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Immagini da Leonardo tra Ottocento e Novecento

Date: 
17/04/2020

Immagini da Leonardo tra Ottocento e Novecento : un intrigante capitolo della storia dell'arte occidentale

Nell’autunno del 2019, nell’ambito delle iniziative che l’Accademia Nazionale dei Lincei ha dedicato alla celebrazione del quinto centenario della morte di Leonardo da Vinci, è stata inaugurata, negli spazi di Villa Farnesina, la mostra Leonardo in traduzione dalla Gioconda di Calamatta all’attività editoriale dei Lincei.

L’esposizione, frutto della collaborazione tra l’Accademia dei Lincei e l’Istituto Centrale per la Grafica, mette a fuoco e documenta alcuni episodi della fortuna europea del Vinci tra Otto e Novecento, a partire dal lavoro di Luigi Calamatta (1801 -1869), che ebbe la possibilità di tradurre in incisione la Gioconda del Louvre tra il 1825 ed il 1857.

Le splendide matrici in rame documentano, anche da un punto di vista tecnico, il fervore per la sperimentazione di nuove modalità per la riproduzione delle opere d’arte, alla vigilia della diffusione di un nuovo, rivoluzionario, mezzo come la fotografia che di lì a poco avrebbe profondamente cambiato il modo di studiare la storia dell’arte ed il mercato delle incisioni di traduzione. Le stampe, tirate con una tecnica che unisce bulino, acquaforte e puntasecca sono accostate ad altre opere di Calamatta , realizzate durante il lungo lavoro per l’incisione del dipinto leonardesco: il ritratto di George Sand (1840), l’autoritratto di Ingres (1839), la Sorgente (1867), il Voto di Luigi XIII (1836).

Dalla Parigi di metà Ottocento – nell’Esposizione Universale del 1855 l’incisione della Gioconda di Calamatta riscosse un notevole successo – l’attenzione si sposta agli studiosi italiani che tra la fine dell’Ottocento ed i primi decenni del Novecento si occupano della pubblicazione degli scritti leonardeschi.

L’approccio filologico di Gilberto Govi (1826 – 1889) e quello più attento alle suggestioni letterarie e figurative di Gustavo Uzielli (1839 – 1911) si confrontano negli ultimi decenni dell’Ottocento, nell’ambito dell’attenzione che la Regia Accademia dei Lincei dedica all’argomento, sul tema della diffusione dell’opera di Leonardo, attraverso i suoi manoscritti ancora inediti . L’archivio di Govi, che copia nel corso di diversi decenni i codici dell’Institut de France, e le pubblicazioni di Uzielli, approccio anche emozionale ai luoghi che videro l’inizio dell’avventura intellettuale di Leonardo (l’acquaforte di Telemaco Signorini con la Veduta di Vinci che accompagna un volume di Uzielli ne è un esempio) documentano l’attenzione della giovane Nazione italiana nei confronti di uno dei suoi più rappresentativi e celebri artisti.

Con il nuovo secolo, nel 1904, si conclude il decennale lavoro di pubblicazione del Codice Atlantico da parte della Regia Accademia dei Lincei. I volumi, prezioso anche se controverso contributo allo studio di Leonardo, sarebbero stati completati dagli Indici solo nel 1939 e documentano, attraverso una selezione delle tavole proposte nella mostra, uno sforzo editoriale non indifferente che portava a compimento un disegno nato fin dalla prima metà dell’Ottocento e che aveva avuto come ininterrotto fil rouge la volontà di riscoprire e documentare un personaggio seducente ed intrigante come Leonardo da Vinci.


 

Legenda

Fig. 1 Ritratto di Luigi Calamatta
Joseph David Desvachez (1822-1902) da Jean-Auguste- Dominique Ingres (1780-1867).  
1858 - bulino e rotella
Roma, Istituto Centrale per la Grafica, Cl 2194/1118
Fig. 2  Mortai in grado di lanciare bombe esplosive
1485 ca.
Codice Atlantico, Milano, Hoepli, 18094-1904, tav. XXVI, f. 9v A

 

 

Categoria: 
Approfondimento