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John H. Elliott, storico dell'età moderna

Date: 
10/03/2022

Il 10 marzo 2022 è morto ad Oxford il socio sir John H. Elliott, Regius Professor Emeritus all’Università di Oxford all’età di 91 anni.  Nato a Reading nel 1930, Elliott si era formato a Cambridge presso l’Eton College e il Trinity College, scegliendo la storia dopo un’iniziale attrazione per lo studio delle lingue moderne, la cui conoscenza avrebbe messo poi a frutto nelle sue ricerche. Negli anni Cinquanta nelle università britanniche prevaleva la storia politica del Regno Unito e, a livello della storiografia internazionale, si affermavano gli studi di storia economica. Professore di Storia Moderna a Cambridge era Herbert Butterfield, storico e filosofo del pensiero e delle istituzioni politiche. In controtendenza con questi orientamenti, forse affascinato dall’affresco mediterraneo che Fernand Braudel aveva disegnato ne La Méditerranée, la cui prima edizione uscì nel 1949, il giovane Elliott maturò precocemente un interesse per la Spagna, per la sua cultura, per la straordinaria vicenda della sua ascesa e del suo declino. Lo appassionavano figure forti e di intensità drammatica come il conte-duca di Olivares, il valido di Filippo IV alla cui biografia Elliott pensò sin dal suo primo soggiorno in Spagna.  Ma fu anche la complessa storia della Catalogna a catturarlo. Pur nella greve atmosfera del franchismo gli storici catalani, capitanati da Jaime Vicens Vives, rappresentavano un gruppo vivace. Elliott vi si inserì e alla rivolta della Catalogna avrebbe dedicato il suo primo lavoro importante: The Revolt of the Catalans: A Study in the Declin of Spain, 1598-1640, Cambridge, 1963. Dal 1958 Elliott era entrato nell’editorial board della giovane rivista «Past and Present», fondata nel 1952, segnata allora da una marcata impronta marxista. Nella rivista, che in quegli anni inaugurava un acceso dibattito sulla transizione e sulle rivolte della prima età moderna, Elliott sarebbe rimasto per quarant’anni intervenendo con articoli fortemente propositivi su temi come continuità e rivoluzione nel processo storico o forgiando categorie interpretative come quella di “monarchia composita” che avrebbe usato per la complessa realtà della monarchia iberica, ma anche a scala europea.. 

Negli anni Sessanta a Cambridge Elliott fu prima (1957-62) Assistant Lecturer, poi Lecturer (1962-67); divenne   Professor of History al King’s College di Londra nel 1968.  A questa fase sono da ascrivere, oltre lo studio sulla rivolta catalana, i fortunati volumi Imperial Spain: 1469-1716 (London 1963) e Europe Divided, 1559-1598 (London, 1968).  Coronava questo decennio di straordinaria attività The Old World and the New 1492-1650 (Cambridge, 1970) in cui apriva le sue ricerche all’incontro/confronto tra Europa e mondi oceanici. I suoi studi segnavano già negli anni Settanta una svolta rispetto alla storiografia tradizionale sulla Spagna, sulla quale pesavano ancora il mito delle leyenda negra e la visione dell’eccezionalismo spagnolo rispetto al resto d’Europa. Elliott abbracciava invece con decisione e convinzione il metodo comparativo: comparazione tra due individualità d’eccezione (Richelieu and Olivares, Cambridge, 1984), ma anche tra nazioni e imperi.

Questa apertura storiografica fu facilitata e potenziata dal lungo soggiorno di Elliott presso l’Institute for Advanced Study a Princeton, dove insegnò dal 1973 al 1990 per poi concludere la sua carriera universitaria (ma non quella di studioso) a Cambridge nel 1997. Nel prestigioso istituto di ricerca americano Elliott poté far avanzare molti dei suoi cantieri di ricerca: la biografia del conte-duca (The Count-Duke of Olivares: a Stateman in a Age of Decline, Yale 1986), inserita nella più generale riflessione sul fenomeno europeo del ministro-favorito (The World of the Favourite, ed. con L.W.B. Brokliss, Yale 1999), la comparazione tra le esperienze americane degli spagnoli e dei britannici estesa al lungo periodo (Empires of the Atlantic World: Britain and Spain, 1492-1830, Yale 2009). A Princeton, inoltre, Elliott sviluppò un sodalizio che sarebbe durato a lungo con lo storico dell’arte Jonathan Brown insieme al quale avrebbe pubblicato uno studio pioneristico sul palazzo simbolo del siglo de oro: il Buen retiro di Filippo IV (A Palace for a King, Yale 2003)..

Operoso fino agli ultimi giorni della sua vita, Elliott avrebbe continuato a interrogarsi sulle radici e gli sviluppi paralleli ma differenti di dinamiche separatiste che hanno segnato la storia europea (Scots and Catalan Union and Disunion (Yale 2020), nonché, con un approccio di riflessione autobiografica, sulle valenze del mestiere di storico (History in the Making, Yale 2012)..

 

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