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Le sale delle pubblicazioni periodiche su via della Lungara

Date: 
31/12/2020

 

Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana e il suo patrimonio
Le sale delle pubblicazioni periodiche su via della Lungara

All’inizio dell’estate 1883 il principe Tommaso Corsini iunior commissiona al fotografo Ludovico Tuminello una serie di scatti che avevano lo scopo di documentare alcuni ambienti del palazzo romano appartenente alla famiglia prima del definitivo passaggio del prestigioso immobile allo Stato con la conclusione della vendita nel settembre di quell’anno. Tra le sale scelte ci sono anche quelle che si affacciano su via della Lungara e che oggi ospitano, in eleganti librerie ottocentesche in legno e ferro battuto, le pubblicazioni periodiche più antiche giunte in dono o in cambio all’ Accademia dei Lincei.

Il reportage fotografico immortala ambienti che nel 1883 avevano una funzione molto diversa: erano infatti destinati alla rappresentanza, usati abitualmente in quegli anni dalla principessa Luisa Scotto Corsini, moglie del defunto principe Andrea e zia di Tommaso, e conservavano arredi e decorazioni risalenti al XVIII secolo.

Le immagini di Tuminello costituiscono una preziosa testimonianza della storia del palazzo, del cambiamento del gusto e del passaggio della funzione dell’edificio da luogo privato di celebrazione ed ostentazione di potere da parte di una famiglia aristocratica a sede istituzionale della biblioteca accademica. Osservando le foto ottocentesche solo i particolari delle decorazioni delle volte, eseguite tra il 1750 ed il 1758 da pittore Liborio Mormorelli e colti dalle inquadrature sbilanciate diagonalmente, ci consentono di riconoscere le singole sale. I commenti che Tommaso Corsini, ancora per poco padrone di casa, appunta in margine ai passepartout delle foto ci danno un’idea dei cambiamenti che i Lincei, una volta insediati nel palazzo trasteverino apportarono.

Le prime due sale, quelle che oggi chiamiamo “Francese” ed “Inglese” dalla provenienza dei volumi qui conservati erano l’una decorata con broccato di velluto d’oro e d’argento ed arricchita da un lampadario di cristallo databile tra il 1730 ed il 1740, l’altra ricoperta di broccato di velluto rosa ed oro che faceva da sfondo ad una consolle con sirene di stile veneziano. L’odierna sala di lettura della biblioteca che fino a qualche anno fa ospitava alcune cerimonie accademiche era riservata al ballo e si presentava, nelle decorazioni e soprattutto negli spazi, molto diversa da come è oggi.

Segue la sala di “Lingue diverse”, con una specchiera del XVIII secolo e tre vasi bianchi di porcellana di Sassonia, la Sala “Italiana”, in cui sceglie di farsi ritrarre dal pittore Francesco Gai Luisa Scotto Corsini ed infine la Sala cosiddetta “Tedesca” che aveva alle pareti un prezioso broccato settecentesco ed era la “Sala del Trono”, quella cioè dove veniva ospitato il pontefice durante le visite a palazzo. A proposito degli arredi di questa sala Tommaso commenta che il lampadario “a “trenta lumi in bronzo dorato” era, a suo giudizio, “bruttissimo”.

La trasformazione di queste sale fu compresa nel primo lotto di lavori all’interno del palazzo, concluso entro il 16 dicembre 1885, data della prima adunanza solenne dell’Accademia dei Lincei alla Lungara. Tutti gli ambienti, ad eccezione del grande salone, vennero forniti di banconi e di raffinate scaffalature in legno e ferro battuto disegnate dall’architetto romano Giulio Podesti, uno dei protagonisti del fervore edilizio che caratterizzo la nuova capitale del Regno tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Podesti curò anche la sistemazione del pavimento in legno e sfrutto l’ampiezza delle sale realizzando un ballatoio che consente di accedere alle alte ed imponenti librerie.

Un discorso a parte merita la grande sala che originariamente, intorno al 1750, era stata decorata da Liborio Mormorelli e da Domenico Tonelli. Nel soffitto era raffigurata l’Allegoria dell’Aurora ed una finta architettura in prospettiva con angeli che sostenevano stemmi Corsini. Alle pareti sfondi architettonici e paesaggi. Dell’intera decorazione oggi non abbiamo traccia, essendo stata cancellata dalla totale ristrutturazione che interessò l’ambiente dapprima per trasformarlo in Salone delle Udienze solenni e delle cerimonie accademiche, con la realizzazione di una nuova decorazione a tempera nel soffitto rappresentante l’Allegoria delle scienze ed eseguita dal pittore Domenico Bruschi nel 1885 e poi, negli anni Quaranta del Novecento, per ospitare una parte del fondo librario di Leone Caetani..

Un’idea del grande salone da ballo dei Corsini ci viene restituita da una delle foto di Tuminello che immortala un ambiente riccamente decorato, pieno di arredi barocchi e settecenteschi, compreso l’imponente lampadario che non piaceva al principe Tommaso. Qui oggi studiano e lavorano, sui testi dell’antica biblioteca corsiniana e su quelli dei fondi accademici, gli studiosi ed i frequentatori della biblioteca.

 


 

Legenda

Fig. 1 Giulio Podesti, Disegno per le scaffalature e per il pavimento delle nuove sale dei Lincei
Fig. 2 Il salone da ballo di Palazzo Corsini in una fotografia di Ludovico Tuminello, 1883
 

 

 

 

 

Categoria: 
Approfondimento