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La Regina delle iscrizioni: le Leggi di Gortina

Date: 
12/04/2020


In una delle sale dell’Accademia Nazionale dei Lincei – la Sala Dutuit (Fig. 1) – è custodito un “reperto” assai singolare, il calco della monumentale epigrafe che porta incise le Leggi di Gortina: la più ampia iscrizione a carattere giuridico finora recuperata dall’antichità. La “regina delle iscrizioni”, come fu giustamente chiamata da Domenico Comparetti, è alta 1,70 m e lunga ben 8,71 m, ed è datata alla prima metà del V sec. (480/450 a.C.). Era originariamente collocata lungo il muro perimetrale di un edificio circolare, forse il Bouleuterion della città cretese, e fu successivamente rimontata nel muro esterno dell’Odeon di epoca romana (I sec. d.C.), dove fu scoperta nell’agosto del 1884 da Federico Halbherr (1857-1930).

L’iscrizione è nota anche con il nome di Dodekadeltos, poiché il testo bustrofedico è disposto su dodici colonne e ordinato su quattro file sovrapposte di calcare locale (poros) di altezze diverse (Fig. 2). Si tratta del più antico codice civile che la civiltà greco-cretese ci abbia lasciato, in cui si fondono diverse tradizioni giuridiche antiche. I temi trattati riguardano il diritto di famiglia e quello ereditario, i delitti contro il costume e questioni relative alle vendite, debiti e ipoteche, nonché le libertà personali degli schiavi e i loro diritti.

Un primo blocco della grande epigrafe fu scoperto nel 1857 dai francesi Léon Thenon e George Perrot e venne murato nella parete di un mulino. Fu però l’archeologo ed epigrafista Federico Halbherr, inviato dal suo maestro Comparetti, a fare del reperto un vero oggetto di studio (Fig. 3).

La necessità di acquisire e ricollocare il prezioso reperto in un luogo più sicuro comportava tuttavia una spesa ingente di circa 10.000 franchi, tanto che il Syllogos di Candia – come ricorda persino un avviso sull’American Journal of Archaeology del 1894 – chiese aiuto alla comunità internazionale degli studiosi in cambio della realizzazione di calchi che potessero arricchire le collezioni epigrafiche europee.

Del lavoro di studio e trascrizione “sul campo” dell’archeologo italiano e socio linceo resta inoltre traccia anche in alcuni taccuini manoscritti (fig. 4) conservati oggi presso l’archivio della Scuola Archeologica Italiana di Atene (consultabili on line) e l’Archivio dell’Accademia Roveretana degli Agiati, di cui Halbherr era stato membro e alla quale ha lasciato il suo ricco archivio personale.

                 


Pubblicazioni lincee sull’argomento

F. Halbherr, E. Fabricius, D. Comparetti, Leggi antiche della città di Gortyna in Creta, Firenze (Torino, Roma), Loescher, 1885

F. Halbherr,Lavori eseguiti in Creta dalla missione archeologica italiana dal 9 giugno al 9 novembre 1899, Roma, Tipografia della Reale Accademia dei Lincei, 1899.

F. Halbherr,Relazione sugli scavi del tempio d'Apollo Pythio in Gortyna e nuovi frammenti d'iscrizioni arcaiche trovati nel medesimo, Roma, Tipografia della Reale Accademia dei Lincei, 1889.

F. Halbherr,Lavori eseguiti dalla missione archeologica italiana ad Haghia Triada e nella necropoli di Phaestos dal 15 maggio al 12 giugno 1902, Roma, Tipografia della Reale Accademia dei Lincei, 1902.

L. PernierCommemorazione del socio Federico Halbherr, Rendiconti della Classe Reale Accademia dei Lincei, s. VI (1930).

Cento anni di attività archeologica italiana in Creta, Atti della Gionata Lincea (Roma, 15 gennaio 1985), Roma 1985.


Legenda

Fig. 1 Roma, Accademia Nazionale dei Licei, Sala Dutuit, secondo piano di Palazzo Corsini.
Fig. 2 Gortina (Creta) foto d’epoca della prima colonna della lunga iscrizione.
Fig. 3 Federico Halbherr a Gortina mentre legge la grande iscrizione.
Fig. 4 Taccuini manoscritti di Federico Halbherr, Atene, Scuola Archeologica.

 

 

Categoria: 
Approfondimento