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Coordinamento europeo nella difesa contro le epidemie

Coordinamento europeo nella difesa contro le epidemie

Documento della Commissione Covid-19 

COVID-19 ha trovato impreparati la maggior parte degli stati europei e ogni paese ha risposto in modo diverso alla pandemia, come dimostrano le diverse strategie adottate in termini di blocco o riduzione della mobilità interna e internazionale, di confinamento, frequenza dei test, tracciamento dei sospetti, ecc. In Italia questa disomogeneità si è manifestata addirittura tra le diverse regioni. Una pandemia, come un evento climatico, non conosce confini, e per prevenirne la diffusione, o attenuarne l’impatto, è necessaria una strategia comune di risposta, possibile solo se vengono integrate maggiormente le politiche sanitarie dei vari paesi, potenziando le strutture esistenti o creandone di nuove.

L’agenzia europea per il controllo della salute (European Centre for Disease Prevention and Control, ECDC), con sede a Stoccolma, è deputata a “rafforzare le difese dell’Europa contro le malattie infettive” mediante sorveglianza, monitoraggio delle epidemie e consulenza scientifica. Questa agenzia tuttavia ha dimensioni troppo piccole (meno di 300 persone), per cui ha potuto solo fungere da interfaccia tra l’Organizzazione Mondiale della Sanità e le agenzie nazionali, come l’Istituto Superiore di Sanità o il Robert Koch-Institut di Berlino, ma non è stata in grado di fare di più. La voce dell’ECDC nel corso della pandemia è stata assai debole. Per elaborare strategie europee comuni nella difesa antinfettiva, sarà importante ripensare la missione dell’ECDC, affidandogli anche funzioni operative e capacità concrete di coordinamento. Una struttura di natura prevalentemente informativa e di collegamento, come sembra essere quella attuale, anche se potenziata, non è in grado di preparare una risposta adeguata alle epidemie.

L’Unione Europea è riuscita in passato a creare centri di ricerca comuni che hanno dimostrato le potenzialità dell’integrazione europea nel campo scientifico. Uno dei più significativi successi è stato il CERN (Conseil Européen pour la Recherche Nucleaire), un centro di ricerca in fisica nucleare associato a un grande acceleratore di particelle creato negli anni ‘50 a Ginevra. Un’iniziativa analoga, ma su scala più ridotta, in campo biologico è stata negli anni ’60-‘70 la creazione della European Molecular Biology Organization (EMBO) e dello European Molecular Biology Laboratory (EMBL) ad Heidelberg, da cui sono successivamente sorte diverse outstations a Hinxton (EMBL-EBI, European Bioinformatics Institute) e in altre sedi. Anche se l’EMBL non ha mai raggiunto, né in termini di dimensioni né di prestigio internazionale, il livello del CERN, ha tuttavia svolto un ruolo importante come punto di riferimento della ricerca europea nel campo della biologia molecolare.

La crisi causata dalla pandemia COVID-19 dovrebbe stimolare una ripresa delle iniziative di integrazione europea nel campo della ricerca biomedica. Per questo proponiamo la creazione di un istituto di ricerca biomedica europea, a imitazione dei National Institutes of Health (NIH) statunitensi, il cui primo nucleo potrebbe essere focalizzato specificamente sullo studio delle malattie infettive e delle risposte immunitarie, come il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) diretto da Anthony Fauci. Questo centro dovrebbe concentrarsi in particolare sullo studio dei virus e delle malattie virali, che rappresentano attualmente il pericolo maggiore per le popolazioni europee, e sui batteri antibiotico-resistenti. Obiettivo del nuovo istituto, oltre alla ricerca e alla consulenza scientifica per le agenzie europee (ECDC) e nazionali, dovrebbe essere la formazione del personale medico e paramedico attraverso conferenze, corsi e stage. Potrebbe infine promuovere la ricerca nel campo delle malattie infettive nelle università e centri di ricerca europei mediante la distribuzione di fondi di ricerca gestiti da programmi ad hoc della Commissione Europea.

29 aprile 2020

 

 

I pareri espressi dalle Commissioni Lincee rientrano nella loro autonoma responsabilità.

 

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Disponibile anche la versione inglese del documento, intitolata "European coordination in the defence against epidemics".
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Autore: 
Commissione Covid-19
Data: 
29/04/2020
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